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Se temete di prendere troppi caffè, rassicuratevi: quattro o cinque tazzine al giorno non solo non fanno danni, ma riducono la mortalità cardiovascolare. Forte degli eccezionali risultati di studi condotti prevalentemente in Europa e Stati Uniti, il trend è sempre più quello di prevenire, ossia fare in modo che ci si ammali di meno. Si parte da un dato: negli ultimi 30 anni la mortalità per cause cardiovascolari si è dimezzata. Analizzando le cause di questa diminuzione, i ricercatori hanno rilevato che in gran parte è dovuta, almeno in Europa, alla correzione dei fattori di rischio. Ma un altro punto determinante è la conoscenza di ciò che fa bene alla salute del nostro cuore e dell’organismo in generale. Il caffè rientra in questo contesto. «Tre lavori, una metanalisi (tecnica clinico-statistica che genera un unico dato conclusivo da più studi su uno stesso argomento) e due importanti ricerche, hanno dimostrato gli effetti positivi del caffè indipendentemente dalla caffeina – spiega Sebastiano Marra, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare del Maria Pia Hospital di Torino e organizzatore del convegno con Fiorenzo Gaita, direttore della Cardiologia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino -. Quattro o cinque tazzine di caffè al giorno, anche decaffeinato, riducono la mortalità cardiovascolare in follow up che vanno da 10 a 18 anni: a lungo termine, bere caffè ha un effetto positivo. La ricerca condotta negli Stati Uniti rileva che anche la mortalità per tumore viene significativamente ridotta. Il risultato non è legato alla presenza di caffeina, ma alle sostanze antiossidanti che sono contenute nel chicco di caffè. Il chicco di caffè è la sostanza con più antiossidanti esistente in natura».